Descrizione
L’archivio storico di Civitella San Paolo è attualmente collocato nel castello comunale.
Prima degli anni ‘70 il materiale posseduto dal Comune era costituito da moltissimi registri, da un notevole patrimonio librario ed una raccolta completa di pubblicazioni ed editti dello Stato Pontificio, nonché da carteggi con la Patriarcale Basilica di San Paolo fuori le mura, da cui la comunità di Civitella dipendeva.
Un archivio storico che era pervenuto intatto nonostante due sommosse popolari, con incendi vari, verificatisi una alla fine del ‘700 e una agli inizi del ‘900. Tutto questo patrimonio è scomparso, attualmente rimangono 213 registri che vanno dalla fine del XV secolo fino ai primi decenni del XIX secolo.
Si tratta di documenti cartacei manoscritti, formato protocollo, rilegati quasi tutti con copertura in piena pergamena con corregge in cuoio e disegni geometrici in pelle allumata, cuciture su nervi di cuoio spaccato, capitelli cuciti su spago, o pelle allumata passante, vi sono tracce di ribalta di chiusura e cucitura sul piatto anteriore; alcuni volumi sono rilegati in piena pergamena senza le corregge con lacci di chiusura e cucitura su pelle allumata pesante. Un solo volume di atti notarili, piuttosto singolare, raccoglie un numero notevole di documenti rilegati insieme di circa 3300 carte sviluppando un dorso di cm 60. Della legatura originale rimane una parte del dorso di rinforzo in pelle.
Un solo volume, di grosso formato, presenta una coperta in piena pelle e decorazioni geometriche impresse a secco sui piatti. L’archivio storico è costituito da un fondo preunitario di alcuni registri sei-settecenteschi di natura amministrativa e contabile; risalenti invece ai secoli precedenti (dalla fine del XV secolo) sono i numerosi registri del Governatore, ovvero delle cause civili, del danno dato e delle cause criminali, quasi tutti con la coperta in pergamena, rientranti sotto la voce “Archivi giurisdizionali
Nella serie dell’ Antico Regime (fino al 1797) troviamo quattro Libri dei Consigli, i registri dove venivano annotate le deliberazioni del Consiglio. Da notare, sempre nella serie dell’Antico Regime, il Registro per la costituzione del nuovo catasto, del 1777: si tratta di una testimonianza della prima attività statale di catastazione omogenea, effettuata per iniziativa di Papa Pio VII in tutto lo Stato Pontificio; la catastazione si basava sull’elenco dei proprietari terrieri del Comune che avevano dichiarato i loro beni.
E’ presente tra le serie anche un Registro dei versamenti della tassa sul sale, della prima metà del Cinquecento (1540): il sale costituiva una delle più antiche fonti di entrata dell’erario pontificio, sotto la forma di fornitura coattiva a carico delle comunità, che dovevano rifornirsi di una certa quantità annua presso le varie “salare” locali.
La serie dei Sindacati Priori presenta il pezzo più antico dell’archivio, del 1493.
Tutti coloro che avevano fatto parte del Magistrato comunale ed avevano avuto maneggio di denaro, od amministrazione di beni da parte della comunità, dovevano rendere i loro conti entro dieci giorni dalla cessazione della carica e sotto porsi al sindacato. Il sindacato non era soltanto contabile: i sindacatori dovevano, infatti, accertare la retta amministrazione in genere e l’assenza in essa di azioni, omissioni o ritardi da cui fosse derivato un danno alla comunità. Nel complesso i pezzi più antichi dell’archivio storico assommano a più di 200, la documentazione postunitaria è invece quantitativamente ridotta. L’archivio storico è stato restaurato, ordinato e inventariato nel 2000.